In questo mio dipinto, ho cercato di esplorare la rappresentazione dell’esistenza attraverso un’articolazione visiva che evoca riflessioni profonde. Ho strutturato l’opera attorno a un dualismo primario: la vocazione alla vita e l’ineluttabile richiamo alla sua cessazione. Questi momenti sono plasticamente simboleggiati dalle aperture nella materia, da cui ho voluto far emanare una luminosità aurea, come allusione a un principio trascendente o a una forza creatrice che permea l’essere. In questo senso, la ricerca di un significato ultimo e di un’origine al di là della materialità riflette un interesse per tematiche metafisiche e spiritualiste, riscontrabili in varie tradizioni di pensiero che pongono l’accento su dimensioni ultraterrene o principi primi.
Agli estremi di questa narrazione visiva ho collocato il concetto del “Nulla”. Il primo, un bianco primordiale, lo interpreto come l’indifferenziato antecedente all’emergere dell’essere, un vuoto potenziale che precede la manifestazione. Il secondo, un nero assoluto, incarna per me il nulla post-esistenziale, il dissolvimento nel non-essere. Questa riflessione sul nulla, inteso non solo come assenza ma come condizione esistenziale o come fase di un ciclo, si avvicina a certe intuizioni esistenzialiste sulla precarietà e il limite dell’essere, pur mantenendo un respiro più ampio che include l’idea di un vuoto primigenio e di un ritorno al non-essere assoluto.
Al centro di questa dialettica ho imposto un elemento cromatico di forte intensità – il rosso – quale metafora dell’esistenza in atto, della vitalità e della consapevolezza. Questo nucleo vitale è circoscritto da un campo spaziale che, pur partendo da una condizione di chiarezza, si oscura progressivamente, riflettendo il peso della temporalità e l’avanzare verso la conclusione ultima. Questo processo culmina nell’immersione totale nel nero, simbolo della definitività dell’ultima soglia. La percezione del tempo come forza ineluttabile e della vita come un transito verso la fine, sebbene non apertamente pessimistica, dialoga con sensibilità che hanno permeato il pensiero tragico e alcune letture della condizione umana, dove il divenire è intrinsecamente legato alla perdita e al limite.





















2 commenti su “Life”
Buongiorno, interessante che abbia fatto la nostra esistenza cromaticamente rossa. Ma perché quadrata, se posso?
Buonasera e grazie per il commento.
L’esistenza è cromaticamente rossa perché richiama il sangue, linfa della nostra vita.
La forma quadrata è dovuta alla ricerca costante dell’uomo di forme che “naturalmente” non gli appartengono. In natura non esistono angoli retti, o comunque sono estremamente difficili da trovare.
Inoltre il quadrato mi è servito a dare continuità a tutto il quadro che, a differenza di altri che trova sul sito, è influenzato molto più esplicitamente da linee dritte.
Scegliendo una forma diversa sentivo di porre in mezzo alla tela un elemento stonato.
Sperando di essere stato esaustivo la ringrazio ancora per il suo commento.
PS:Posso chiederle come è arrivato sul mio sito?